La gestione di un eCommerce presenta sfide burocratiche e fiscali complesse. Vendere online con successo in Europa nel 2025 richiede una comprensione approfondita delle normative fiscali vigenti.
Come si applica l'IVA alle vendite online verso l'estero?
Cosa cambia per chi vende online con l’introduzione del regime OSS e delle nuove regole fiscali?
L'Unione Europea ha introdotto regole sempre più stringenti per il commercio digitale. Questa guida completa ti fornirà le informazioni cruciali per navigare questo complesso scenario per chi desidera vendere online nel 2025 rispettando le normative.
Indice
Al contrario di quanto accade negli Stati Uniti, in Italia non esiste una vera e propria imposta sulle vendite o un tributo che viene applicato su ciascuna transazione commerciale sia locale che statale. La tassa principale che si applica in questo settore è di fatto l'IVA, ossia l'Imposta sul Valore Aggiunto, imposta indiretta che viene applicata sulla cessione dei beni e che viene riscossa in ciascun step della filiera produttiva.
L'IVA per le attività di vendita online riguarda sia prodotti che servizi verso consumatori (B2C) o altre imprese (B2B). Generalmente, l'IVA si versa nel Paese di consegna del bene o fruizione del servizio. Le aliquote standard sono al 22% anche se esistono delle riduzioni per dei casi specifici: ad esempio, i prodotti alimentari, i servizi turistici e i farmaci non considerati di base prevedono l'IVA al 10%, mentre libri, giornali o dispositivi utilizzati da persone affette da disabilità vedono l'IVA scendere addirittura al 4%.
🎯Abbiamo approfondito le vendite in Europa qui: Vendere in Europa con E-commerce
Caso opposto è quello delle vendite B2B: in un Paese parte dell'Unione Europea dove si applica il cosiddetto reverse charge, ossia il meccanismo che consente all'acquirente dotato di partita IVA di autoliquidarla.
Perché é così importante gestire correttamente l'imposta IVA per il proprietario di un eCommerce che desidera vendere online in modo professionale?
Oltre ad essere un obbligo legale non bypassabile, la gestione corretta dell'IVA è una condizione fondamentale per arrivare al consolidamento della propria attività. Commettere degli errori su questo argomento, ad esempio mancando di dichiarare le imposte, potrebbe condurre a sanzioni fiscali o a veri e propri blocchi operativi che non fanno altro che danneggiare la reputazione del proprio brand.
Non solo, una gestione fiscale non propriamente a fuoco è in grado di compromettere la pianificazione finanziaria che si è ideata a monte: non calcolare con accuratezza le tasse che si dovranno porta ad incorrere in debiti fiscali imprevisti che impattano negativamente sul flusso di cassa di chi.
Visto che le normative sono in continua evoluzione ed estremamente complesse, è buona norma avere un approccio proattivo per comprendere a fondo le regolamentazioni vigenti in modo da evitare errori e mantenere il proprio eCommerce rispettoso delle leggi.
Se il tuo eCommerce ha già conquistato il mercato italiano e desideri espanderti all'estero, è fondamentale comprendere le differenze fiscali tra i Paesi dell'Unione Europea e quelli fuori dall'UE per vendere online a livello internazionale.
A risolvere tali problematiche burocratiche è il sistema OSS, detto anche One Stop Shop, in vigore dal 1 luglio 2021.
Si tratta di un regime che permette ai soggetti che forniscono servizi o beni di qualunque tipo di applicare l'IVA in base allo Stato di destinazione, nonché di dichiarare e pagare tale imposta in un unico Stato parte dell'UE, ossia quello dove sono identificati, semplificando notevolmente il processo di vendita online in più paesi.
Il regime OSS, come detto, si configura diversamente a seconda della vendita e della nazione dell'acquirente. Nello specifico, per i Paesi UE esso riguarda:
🎯Per conoscere meglio le implicazioni dell'IVA per le vendite all'estero leggi il nostro articolo: E-commerce: Iva e ricevute fiscali per vendite all'estero e nei paesi extra UE
Cosa succede con le vendite online verso Paesi al di fuori dell'UE?
Il regime OSS per i Paesi non-UE, chiamato così perché regolamenta le cessioni di beni o servizi tra Paesi fuori dall'Unione Europea, riguarda principalmente i servizi B2C e TTE (telecomunicazioni, broadcasting ed elettronici).
Il regime OSS si rivolge a 2 categorie di soggetti ben precise: i passivi IVA parte dell'UE e i passivi IVA extra-UE che effettuano operazioni di vendita online.
Alla prima categoria è richiesta solamente la registrazione allo scopo di dichiarare e versare il dovuto dell'IVA riguardante servizi o beni forniti ad un soggetto non passivo che vive in uno stato membro dell'Unione Europea e le vendite a distanza tra Paesi dell'UE.
D'altra parte, i soggetti passivi extra-UE sono tenuti ad iscriversi al regime IOSS (Import One Stop Shop), specifico sistema e meccanismo che regolamenta le transazioni commerciali tra paesi non-UE.
Un altro requisito fondamentale da soddisfare è la cosiddetta interfaccia elettronica messa a disposizione dall'UE o da un Paese terzo che ha il compito di facilitare e agevolare la fornitura di merci sia per le vendite online a distanza, che per le forniture nazionali di beni.
Ovviamente, se un fornitore specifico decide di procedere con l'iscrizione al regime UE, è obbligato legalmente a dichiarare e pagare l'IVA per tutte quelle forniture che rientrano nel campo d'applicazione del regime.
Inoltre, nella dichiarazione dell'IVA devono essere presenti 3 fondamentali voci:
Il netto dell'IVA delle vendite che rientrano nel regime;
Le varie aliquote applicate allo Stato UE nel quale arriverà la spedizione;
L'importo dell'imposta che spetta allo Stato UE.
Pur essendo piuttosto complesso da gestire, il regime OSS per vendere online in UE nel 2025 porta con sé numerosi vantaggi.
Tra i benefici più concreti e facilmente riconoscibili del regime OSS rientrano sicuramente
Da tutto ciò si evince come l'adesione al regime OSS è una soluzione vantaggiosa che va a semplificare gli adempimenti IVA, a minimizzare i costi amministrativi e a consentire di concentrarsi esclusivamente sul proprio business.
In questo modo, il contesto fiscale risulterà più snello e gestibile, facilitando l’espansione del business a livello europeo.
Se si gestisce uno spazio per vendere online in Europa, è possibile beneficiare del cosiddetto mercato unico dell’UE e degli accordi commerciali con gli altri Paesi membri.
Questo si traduce nella libera circolazione delle merci nel territorio europeo, senza costi aggiuntivi né restrizioni particolari.
Tuttavia, alcuni beni, come i prodotti chimici o quelli soggetti ad accisa, sono regolamentati da normative specifiche. Perciò, è necessario rispettare gli obblighi in materia di IVA in base alla categoria delle merci vendute, al tipo di acquirente e alla destinazione della spedizione.
Prima di introdurre le merci nel mercato europeo, è fondamentale verificare che i prodotti siano conformi ai requisiti UE relativi alla protezione dell’ambiente, della salute umana e animale e dei diritti del consumatore.
Alcuni esempi di requisiti essenziali includono:
Qualora i prodotti messi in vendita soddisfino questi requisiti stabiliti dal proprio Paese, si applica il cosiddetto riconoscimento reciproco: gli altri Stati membri dell'UE non potranno vietarne la vendita, obbligare ad una modifica o imporre di effettuare ulteriori indagini, a meno che non venga dimostrato che il prodotto non è conforme alle specifiche tecniche e qualitative imposta dal Paese di provenienza.
Ad ogni modo, i requisiti che vengono imposti dalle regolamentazioni nazionali sono in grado di variare a seconda di numerosi fattori, come:
Pertanto, è fondamentale informarsi per tempo ed essere a conoscenza di tutte le normative e le discipline sui prodotti che si metteranno in vendita sul proprio eCommerce per poter vendere online in modo consapevole.
Per un imprenditore è fondamentale curare nel minimo dettaglio la logistica e le spedizioni dei prodotti che mette in vendita online.
È di cruciale importanza conoscere per filo e per segno i requisiti nazionali e dell'UE sui diritti dei consumatori e sulle normative che si applicano alle specifiche categorie di prodotti che si intende spedire nel territorio europeo.
Un aspetto fondamentale riguarda la spedizione e la consegna, che include la gestione dell'indirizzo (a domicilio, sul posto di lavoro o quello scelto dal cliente), le tempistiche, dalle opzioni di corriere non espresso alle modalità più rapide, e i costi di consegna, che dipendono dalle tariffe standard per i pacchi intraeuropei.
Inoltre, è importante considerare che potrebbero esserci differenze a livello nazionale riguardo alle opzioni di consegna disponibili e ai tempi di transito ritenuti accettabili. Per questo motivo, è consigliabile contattare l'associazione per il commercio elettronico del proprio Paese per verificare le normative e le procedure locali. In base a peso, volume e dimensioni dei pacchi da spedire, sarà facile scegliere l'operatore più adatto, optando per:
I servizi postali nazionali in grado di offrire servizi transfrontalieri mediante la loro rete capillare;
Gli integratori globali che offrono consegne per espresso o differite;
I corrieri capaci di assicurare il tracciamento della spedizione e la consegna nel giorno e nell'ora preferita dal cliente.
Ad ogni modo, secondo la regolamentazione dell'UE, chi vende online è tenuto a garantire un termine di consegna che non superi i 30 giorni dall'acquisto. Inoltre, in base alla tipologia di bene o servizio venduto, esistono regolamentazioni europee specifiche, come:
Il diritto del cliente di restituire i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE);
I requisiti da rispettare legati alla sicurezza alimentare e alla comunicazione più trasparente possibile delle informazioni circa un alimento;
Il proprietario di un'azienda che vuole vendere online è anche responsabile di possibili perdite o danni alle merci nel tempo che intercorre tra spedizione e consegna, esattamente come di eventuali reclami.
Insomma, le varie normative vigenti in materia di vendite online e spedizioni all'interno di Paesi UE sono molteplici e abbastanza complesse.
Sicuramente una mossa più che saggia è quella di rivolgersi ad esperti del settore fiscale.
Se sei un imprenditore o un responsabile amministrativo alle prime armi con il settore della vendita online, richiedi una call che ti aiuterà a comprendere al meglio le normative fiscali da rispettare per la tua attività di vendita online nel 2025!