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Marketplace e Fatturazione: Chi Emette la Ricevuta nel 2025

Scritto da Luca Vasirani | 09/10/25 14.09

Nel panorama dell'eCommerce italiano del 2025, dominato da giganti come Amazon, eBay e Etsy, emerge una domanda di fondamentale importanza per ogni venditore:

chi è responsabile dell'emissione della ricevuta fiscale in una transazione online?

E come garantire che la documentazione sia conforme alle normative vigenti, evitando sanzioni che potrebbero erodere i margini di profitto?

Questa guida è un supporto ideale per esplorare in dettaglio le regole aggiornate, offrendo, allo stesso tempo, una visione autorevole per dirigenti finanziari e imprenditori che operano in questo ecosistema dinamico.

Marketplace digitali: normative fiscali in continua evoluzione

Le sfide fiscali che si celano nella gestione dei Marketplace

Avete mai analizzato una vendita su un marketplace e vi siete chiesti chi debba assumersi l'onere della ricevuta fiscale?

Le sfide fiscali nella gestione dei Marketplace non sono solo curiosità normative; esse rappresentano il fulcro di una compliance fiscale che, nel 2025, è diventata più complessa a causa delle direttive UE armonizzate e delle evoluzioni normative nazionali.

In un contesto dove le vendite online superano i 100 miliardi di euro annui in Italia, comprendere chi emette la ricevuta non è solo un dovere legale, ma una leva strategica per ottimizzare i processi amministrativi e mitigare i rischi.

Questo articolo, rivolto in particolar modo a commercialisti interni, responsabili amministrativi e imprenditori, aiuta a districarsi efficacemente tra gli ostacoli burocratici, fornendo insights pratici e riflessioni su come allineare la vostra strategia eCommerce alle realtà fiscali contemporanee.

Quali sono i cambiamenti dal 2024 al 2025 per i venditori online

Il 2025 segna un punto di svolta per la fiscalità eCommerce in Europa, con l'implementazione piena della Direttiva DAC7, che impone ai marketplace una reportistica dettagliata sulle transazioni dei venditori all'Agenzia delle Entrate. Questa evoluzione non è solo un adeguamento burocratico: riflette una riflessione profonda sul ruolo delle piattaforme digitali come intermediari fiscali, trasformandole da semplici facilitatori in co-responsabili della tracciabilità.

Per i venditori italiani, ciò implica un ripensamento delle catene di fornitura documentale, dove l'emissione della ricevuta non è più un atto isolato, ma parte di un ecosistema interconnesso.

Questo contesto è pre-esistente: la fatturazione elettronica obbligatoria per tutte le operazioni B2B e B2C, introdotta nel 2024, ha già posto le basi per una digitalizzazione totale. Ma il 2025 introduce soglie più stringenti per i micro-venditori, con obblighi di report mensile per volumi superiori a 2.000 euro annui.

Questa transizione invita a una pausa riflessiva: come può un imprenditore, focalizzato sulla crescita del business, integrare questi cambiamenti senza sacrificare l'agilità operativa? La risposta risiede in una pianificazione proattiva, che inizia con la distinzione chiara tra ricevuta e fattura, un dualismo che spesso genera confusione ma che, una volta chiarito, apre la porta a efficienze significative.

In questo quadro, i marketplace assumono un ruolo ibrido, non più solo vetrine passive ma entità attive nella verifica della compliance. Riflettendo su dati ISTAT recenti, oltre il 60% delle PMI italiane opera su queste piattaforme, rendendo imperativa una comprensione profonda delle regole che governano l'emissione documentale. Non si tratta solo di conformità: è un'opportunità per rafforzare la fiducia dei clienti, che nel 2025 premiano le aziende trasparenti con una retention del 25% superiore.

Regole sulla fatturazione e l'emissione di ricevute: un framework per le vendite digitali

Le regole sulla fatturazione nel 2025 sono un mosaico di obblighi nazionali e sovranazionali, progettato per contrastare l'evasione fiscale stimata in 15 miliardi di euro annui per l'eCommerce.

Per le vendite tramite marketplace, l'emissione della ricevuta segue un principio basilare: il venditore è il soggetto passivo principale, responsabile della generazione del documento che certifica l'operazione. Questo significa che, per una transazione B2C su Amazon, il venditore deve emettere una ricevuta telematica entro 12 giorni dalla vendita, integrandola con il Sistema di Interscambio (SdI) se il valore supera i 77,47 euro.

🎯Per una visione più ampia, leggi l'articolo Tassazione E-commerce: Obblighi Fiscali per Vendere Online nel 2025

Qui emerge una sfumatura riflessiva: i marketplace, pur non emettendo direttamente la ricevuta, sono tenuti a fornire dati aggregati per la reportistica DAC7, inclusi importi, aliquote IVA e identificativi fiscali. Questa dualità crea un'opportunità per i dirigenti finanziari di automatizzare i flussi, utilizzando API fornite dalle piattaforme per sincronizzare i dati in tempo reale. Immaginate un sistema dove la ricevuta non è un artefatto cartaceo obsoleto, ma un elemento dinamico che alimenta dashboard analitiche.

Per i venditori esteri, le regole si complicano con l'IVA OSS (One Stop Shop), che centralizza la dichiarazione ma non esonera dall'emissione locale della ricevuta. Una soluzione concreta? Adottare software di compliance integrati, come quelli certificati dall'Agenzia delle Entrate, che generano documenti conformi in multi-valuta. Questo approccio non solo riduce il tempo amministrativo del 40%, ma eleva la competenza percepita del vostro brand.

🎯Per un contesto più completo sulla fatturazione elettronica, leggi Fattura Elettronica: Novità e Obblighi eCommerce 2025

Responsabilità fiscale del venditore: come evitare sanzioni nel 2025

Il venditore, come soggetto economico primario, porta il peso maggiore nelle responsabilità fiscali, un fardello che nel 2025 si amplifica con l'obbligo di conservazione digitale delle ricevute per almeno 10 anni.

Questa responsabilità non è punitiva: è un invito a una gestione riflessiva, dove ogni documento emesso diventa un pilastro della sostenibilità aziendale. Per un responsabile amministrativo, ciò significa implementare protocolli interni che verifichino l'allineamento tra ordini marketplace e output fiscali, evitando discrepanze che potrebbero attirare audit dall'Agenzia.

Riflettiamo su un caso paradigmatico: un imprenditore che vende abbigliamento su Etsy. Deve emettere la ricevuta in formato XML, includendo codice destinatario e PEC, anche per vendite sotto i 65 euro. Il fallimento in questo genera sanzioni dal 90% al 180% dell'imposta evasa, un rischio che, secondo stime OCSE, colpisce il 12% delle PMI online. La chiave per mitigare? Formare team interni su tool come Fatture in Cloud o simili, che automatizzano l'emissione e tracciano le anomalie.

Inoltre, per vendite cross-border, il venditore deve calcolare l'IVA in reverse charge se il cliente è un'impresa UE, emettendo ricevute neutre. Questa complessità invita a una strategia consultiva: collaborare con esperti fiscali per mappare scenari, riducendo esposizioni. In ultima analisi, assumersi queste responsabilità con competenza non solo preserva il capitale, ma posiziona l'azienda come leader etico.

🎯Per approfondire la gestione IVA in contesti specifici come il dropshipping, consultate il nostro articolo eCommerce Dropshipping: Tasse e Adempimenti Fiscali 2025

Il ruolo del marketplace: da intermediario a co-garante della fiscale 

I marketplace, nel 2025, trascendono il ruolo di meri host: diventano co-garanti fiscali, obbligati dalla DAC7 a segnalare transazioni sospette e a facilitare l'accesso ai dati per le autorità.

Amazon, ad esempio, emette report trimestrali aggregati, ma non sostituisce il venditore nell'emissione della ricevuta, limitandosi a fornire template precompilati. Questa distinzione è cruciale per i commercialisti: mentre il marketplace gestisce incassi e rimborsi, la documentazione primaria resta appannaggio del venditore, con la piattaforma come alleato per la validazione.

Questa co-responsabilità riflette un'evoluzione verso un eCommerce più equo, dove le piattaforme, percependo commissioni del 15-20%, investono in compliance condivisa. Soluzioni concrete includono l'adesione a programmi come il VAT Services di eBay, che pre-calcola aliquote ma richiede conferma manuale dal venditore. Per i dirigenti, ciò significa negoziare clausole nei termini di servizio per condividere costi di tool fiscali, ottimizzando i flussi.

Tuttavia, in casi di vendite facilitate (dove il marketplace agisce come agente), la piattaforma può emettere la ricevuta per conto terzi, un'opzione da valutare con cautela. Comprendere questo ruolo ibrido trasforma potenziali conflitti in sinergie, elevando l'efficienza operativa.

🎯Un approfondimento complementare si trova nel nostro articolo IVA OSS eCommerce: Come Funziona la Dichiarazione per Vendite in Europa.

Gestione dell'IVA: OSS e strategie per le transazioni marketplace

L'IVA nelle vendite marketplace è un labirinto di aliquote variabili – dal 22% standard italiano al 5% per beni essenziali – che richiede una gestione meticolosa. Nel 2025, con l'armonizzazione UE, i venditori devono applicare l'IVA del paese di destinazione per spedizioni intra-UE superiori a 10.000 euro, emettendo ricevute che riflettano questa dinamica.

Per soluzioni concrete, integrate sistemi ERP che calcolino l'IVA in real-time basandosi su geolocalizzazione IP del cliente, riducendo errori del 70%. Per i venditori B2B, il reverse charge sposta l'onere all'acquirente, semplificando la ricevuta ma richiedendo annotazioni precise.

Riflettendo ulteriormente, questa gestione non è isolata: si intreccia con la dichiarazione annuale, dove le ricevute marketplace alimentano il quadro VK del modello Redditi. Per imprenditori, l'opportunità è chiara: trasformare l'IVA da costo in asset, attraverso audit periodici che identificano rimborsi potenziali.

🎯Per maggiori insights su meccanismi IVA specifici, leggi il nostro articolo Split Payment eCommerce: Cos'è e Quando si Applica.

Accordi tra venditore e marketplace: clausole chiave per la compliance fiscale

Gli accordi con i marketplace sono il terreno fertile per definire responsabilità fiscali, con clausole che allocano oneri documentali in modo esplicito. Nel 2025, un contratto solido include sezioni dedicate alla condivisione dati IVA, all'emissione congiunta di ricevute e a penali per non-compliance. Per un dirigente finanziario, negoziare queste termini significa anticipare rischi, come la piattaforma che ritira fondi per discrepanze fiscali.

Riflettiamo: questi accordi non sono statici; evolvono con le normative, richiedendo revisioni annuali. Una strategia vincente? Includere escrow per fee fiscali e API per sincronizzazione automatica, riducendo latenze del 50%.

Soluzioni pratiche: consultare modelli contrattuali certificati, adattandoli al volume d'affari. Questo approccio non solo garantisce compliance, ma fortifica partnership.

🎯Per una guida su strutture fiscali iniziali, rimandiamo a Partita IVA eCommerce: Guida completa apertura, gestione adempimenti.

Split payment e ricevuta elettronica B2G 2025 nei Marketplace

Lo split payment, meccanismo che obbliga i venditori a separare l’IVA nelle transazioni con enti pubblici, assume una rilevanza crescente nei marketplace nel 2025, soprattutto per chi opera in contesti B2G (Business-to-Government).

🎯Per approfondire, il nostro articolo Split Payment eCommerce: Cos'è e Quando si Applica. offre una guida dettagliata.

Quando un venditore su una piattaforma come Amazon Business vende a un ente pubblico, deve emettere una ricevuta elettronica che escluda l’IVA, trasferendo l’onere di versamento direttamente all’acquirente pubblico. La sfida? Garantire che le ricevute riflettano correttamente lo split payment, evitando errori che potrebbero innescare verifiche fiscali. Una soluzione pratica è adottare software di fatturazione che tagghino automaticamente le transazioni B2G, riducendo il rischio di discrepanze del 65%. Riflettendo, questo meccanismo non è solo un obbligo, ma un’opportunità per ottimizzare i flussi di cassa.

Emissione ricevuta fiscale tra Marketplace e Dropshipping

Nel 2025, il dropshipping su marketplace come Shopify o AliExpress introduce una complessità unica nella fatturazione, poiché coinvolge un triangolo tra venditore, fornitore e cliente finale. Il venditore, responsabile dell’emissione della ricevuta, deve garantire che il documento rifletta correttamente la transazione, anche se il prodotto è spedito direttamente dal fornitore.

La sfida emerge quando il marketplace trattiene le commissioni prima di trasferire il netto: il venditore deve riconciliare i dati per evitare errori di calcolo, con sanzioni che possono raggiungere il 130% dell’IVA non versata. Una strategia efficace è utilizzare piattaforme di gestione ordini che integrino i dati del fornitore con il marketplace, generando ricevute conformi in automatico. Questo approccio riduce gli errori del 55% e ottimizza la tracciabilità.

🎯Guida all'utilizzo dell'AI per rivoluzionare la gestione delle vendite Analisi Predittiva eCommerce come Prevedere Vendite e Scorte con l'AI.

Trasformare la compliance in vantaggio competitivo

Il 2025 ridefinisce la fatturazione nei marketplace, trasformando obblighi complessi in opportunità per distinguervi in un mercato competitivo. Abbiamo esplorato normative, responsabilità, gestione IVA e accordi con le piattaforme, evidenziando come una compliance proattiva possa non solo evitare sanzioni, ma anche potenziare l’efficienza operativa e la fiducia dei clienti.

La tua azienda è pronta a cogliere questo vantaggio? Non lasciare che la burocrazia freni la tua voglia di crescita: agisci ora per allineare i processi fiscali alle nuove realtà digitali.

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Non si tratta solo di adempiere, ma di costruire un vantaggio competitivo che rafforzi il tuo brand

Il futuro fiscale della tua attività inizia con una decisione consapevole: compi il prossimo passo verso un eCommerce più sicuro e performante.