Ci vuole una partita IVA per gli e-commerce?
Qual è il percorso burocratico corretto per aprire la partita IVA?
Se vuoi vendere online, devi averne una. Pochi sono i casi in cui questa non è richiesta e hanno tutti a che fare con l’occasionalità della vendita (e c’è anche un limite di entrate annue). Scopri in questo articolo l’iter di apertura della partita IVA per essere in regola e cominciare a vendere online.
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Se vuoi aprire un e-commerce per vendere online devi sapere che c’è un iter burocratico da seguire molto preciso.
Non basta creare uno store con una piattaforma e caricare i prodotti in catalogo: prima devi seguire delle procedure che consentono la fatturazione di quanto incasserai.
In Italia il settore degli e-commerce è regolamentato dal Decreto Bersani (D.Lgs. 114/98) che, con l’Art. 21, mette sullo stesso piano la vendita online con le altre forme di “vendita a distanza”.
Di conseguenza, se aprirai il tuo e-commerce sarai assoggettato alle stesse regole fiscali.
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La costituzione di una società è obbligatorio se vuoi vendere online in modo continuativo e senza vincoli di quantità.
Inoltre, bisogna essere maggiorenni e possedere dei requisiti morali e professionali.
I primi riguardano l'onorabilità del titolare di partita IVA, ovvero sono esclusi coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali, o professionali, o coloro che hanno riportato una condanna per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni.
I secondi invece prevedono il possesso di particolari titoli in determinati casi, come per la vendita di prodotti alimentari.
Infine, chi apre una partita IVA per vendere online deve ricordarsi che, nel caso in cui ci sia uno scambio di beni e servizi acquistati e pagati online ma con consegna all'acquirente attraverso la consegna materiale, opera con un e-commerce “indiretto".
In questo caso la normativa prevede l’emissione della fattura elettronica, quando richiesta dal cliente.
Per seguire correttamente il percorso burocratico per aprire una partita IVA bisogna rivolgersi ad un commercialista o all'Agenzia delle Entrate.
In alternativa è possibile farlo online, compilando il modello di inizio attività (modello AA9/12, modello AA7/10) e registrandosi a Fisconline per inviare telematicamente il modulo per aprire la partita IVA.
Infatti, come un negozio fisico, anche un e-commerce deve fare capo ad una società costituita in precedenza alla messa online del sito web.
Questo consente di fatturare tramite fatturazione elettronica.
Aprire la partita IVA ha costi zero, fatto salve le spese dei diritti di segreteria (35,50 euro) e l’imposta di bollo.
Se l'attività di vendita online diventa regolare e continuativa - come si presuppone dovrebbe essere quella di un e-commerce - allora scatta l’obbligo di aprire Partita IVA per essere in regola con il fisco.
Per farlo bisogna compilare il modello AA7/10 o AA9/12 entro 30 giorni dall'inizio effettivo dell’attività, tramite invio telematico Entratel effettuato direttamente o da soggetti abilitati o mediante Comunicazione Unica (ComUnica).
Per aprire la partita IVA è necessario individuare il giusto codice ATECO e nel caso degli e-commerce quello più indicato è “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet” (ATECO 47.91.10).
Non tutti possono accedere al regime forfettario, perché la normativa impone alcune limitazioni.
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Una volta identificato il codice ATECO è necessario scegliere il regime fiscale.
Quello forfettario in questo momento è sicuramente il più vantaggioso, indicato per volumi di affari non molto elevati (quindi per avviare un e-commerce è più che sufficiente) in quanto consente di aderirvi a chi non supera la soglia massima di reddito di 65.000 euro annui.
Prevede infatti diverse agevolazioni fiscali, ovvero:
Se avvii un e-commerce devi aprire la partita IVA perché diventerai un’attività commerciale a tutti gli effetti.
C’è una sola eccezione all'obbligo di apertura della partita IVA, ovvero la vendita occasionale.
Nel caso in cui vendessi online solo pochi prodotti con una frequenza non costante, allora potresti utilizzare la ritenuta d’acconto.
Ad essere esentati dall'apertura della partita IVA, infatti, sono coloro i cui ricavi non superano i 5000 euro annui al netto delle spese (in caso di servizi) mentre per chi vende prodotti non c’è un limite di quantità e i 30 giorni lavorativi.
Inoltre non devi avere collaboratori o lavoratori subordinati ma devi svolgere la produzione in prima persona.
Dovrai comunque rilasciare delle ricevute generiche, che ti serviranno al momento della dichiarazione dei redditi perché andranno dichiarate con il modello 730 o modello Unico in cui vanno riportati i seguenti dati:
Attenzione perché non puoi aprire un e-commerce senza partita IVA, ma devi vendere tramite altri canali.
Parliamo chiaramente di una situazione molto particolare, perchè uno store online non avrebbe senso di esistere se non per vendere con continuità e frequenza a volumi più elevati della soglia utile per la vendita occasionale. Tuttavia, se hai un progetto diverso con una scadenza temporale (ad esempio organizzi un evento o un corso di formazione una tantum) allora puoi avvalerti di questa possibilità, realizzando un e-commerce o una landing page attivi per non più di 30 giorni.
Non importa il marketplace, il fattore determinante per vendere senza partita IVA è sempre l’occasionalità o meno.
Devi ricordarti comunque che devi essere sempre in grado di dimostrare che la tua è un’attività occasionale: non è la quantità di beni e servizi realmente venduti a rendere un’attività occasionale, ma la propensione del soggetto a proporsi sul mercato.
Se vuoi vendere su un marketplace senza partita IVA, devi farlo regolando la tua presenza nel corso dell'anno.
Se il tuo brand è sempre presente, anche se vendi 2 volte l'anno, dovrai fare fronte ad un eventuale controllo che tiene conto del fatto che il marketplace è attivo 365 giorni all’anno, quindi non è certo qualcosa di occasionale.
Anche se li usi solo in alcuni periodi dell’anno, devi dimostrare senza ombra di dubbio che la tua è una vendita occasionale.
La modalità corretta per vendere invece su siti di annunci come eBay o Subito è quella di inserire un annuncio o il prodotto sporadicamente nel corso dell’anno perché si tratta non di un’attività commerciale bensì della cessione sporadica di qualche oggetto di proprietà, che pertanto non richiede ricevuta.
Il negozio online è a tutti gli effetti un’attività commerciale che richiede l’apertura di una partita IVA.
Devi comunicare tempestivamente all'Agenzia delle Entrate l’indirizzo web del sito e-commerce, i dati dell’Internet Service Provider, l’indirizzo di posta elettronica e infine i numeri di telefono e fax.
Ci sono una serie di aspetti burocratici da considerare per operare nella massima legalità, che partono all'apertura della partita IVA con scelta del codice ATECO.
Se vuoi farlo senza partita IVA, l’unica soluzione è la vendita occasionale, ma devi dosare la tua presenza sul web e non potrai usare un sito e-commerce online tutto l’anno.
Altrimenti occorre aprirla, fare l’iscrizione alla Camera di Commercio e procedere con tutti gli step burocratici previsti.