Ecommerce News

Analisi utenti da ricerche online

Scritto da Marianna Siani | 08/01/21 6.00

Hai effettuato un’analisi utenti dalle ricerche online per il tuo e-commerce?

Sai cosa sta cercando la tua clientela sui motori di ricerca?

Sia che tu abbia un e-commerce già attivo sia che tu stia creando il business plan per un nuovo progetto, una fase importante di analisi è quella delle ricerche online degli utenti. Capire cosa stanno cercando su Google e simili ti consente di avere una panoramica degli argomenti su cui si sta spostando la domanda. Vediamo metriche e strumenti per farlo!v

Sapere cosa le persone cercano sui motori di ricerca ti dà non solo un’idea ma anche indicazioni concrete su come strutturare il tuo progetto di vendita online.

L'analisi utenti da ricerche online ti consente di capire costa il tuo target sta cercando sui motori di ricerca ed è quindi un riflesso del reale interesse nei confronti di un prodotto o una categoria merceologica. É una fase importante della redazione del business plan, il documento strategico alla base di un qualsiasi business online (e offline).

🎯Clicca qui se vuoi prima leggere: Come fare un Business plan per e-commerce

L'analisi della domanda e di come si muove sui motori di ricerca andrebbe sempre fatta, sia se vuoi aprire un negozio online da zero sia se vuoi indagare lo stato del mercato a progetto avviato. Si tratta di un'attività che andrebbe quindi fatta periodicamente per essere sempre aggiornati sui reali desideri e le necessità della tua clientela.

Ci sono diversi strumenti che puoi usare per identificare in modo analitico la stabilità e la crescita della domanda: puoi avvalerti di strumenti per la SEO (per capire dove si spostano i trend e i volumi di ricerca) di cui ci sono versioni sia gratuite che a pagamento. 

Chiaramente gli strumenti usati da agenzie e società specializzate nella redazione di un business plan sono più avanzati e offrono un quadro più completo della situazione ma ovviamente richiedono un investimento superiore.

Quali sono i dati di traffico da monitorare.

Quando parliamo di ricerche online intendiamo le keywords - parole chiave - che gli utenti usano per trovare informazioni in merito ad un argomento. Le parole che vengono utilizzate vanno a influire in maniera importante su tutta la comunicazione online del tuo e-commerce, dalle campagne a pagamento fino alle pagine prodotto.

Sapere che la domanda si sta spostando da un prodotto ad un altro è un’informazione decisiva per i tuoi investimenti, perchè ti permette di ottimizzarli e andare a incrociare solo argomenti che stanno subendo una crescita importante. 

Nel loro piccolo, anche le ricerche sugli stessi prodotti ma ricercati in modo diverso nelle parole fanno la differenza nell’indicizzazione delle tue pagine: “cibo per gatti” incrocia ricerche diverse da “alimenti per gatto” e sapere se investire sull’una o sull’altra query di ricerca diventa fondamentale sia in una fase iniziale che in fase di monitoraggio del tuo store online.

Allo stesso modo però ci sono altri parametri che influiscono in modo importante nella scelta di queste keywords, non solo il volume: devi considerare anche il livello di concorrenza (in quanti stanno usando quelle parole nelle campagne e nelle pagine organiche?) e il costo a clic che i competitor stanno sostenendo. La scelta ideale ricade sulle parole con un volume di traffico in crescita, poca concorrenza e un CPC basso.

1. Volume

Il volume è il primo parametro di riferimento che devi considerare quando indaghi quali sono le parole chiave che gli utenti stanno usando per le loro ricerche online. Esprime un dato - solitamente mensile - dalle decine alle migliaia relativo a quante volte nell’ultimo mese quella parola è stata usata online

Solitamente accade che il volume di una singola parola, come “gatto”, abbia un volume espresso in un numero nell’ordine delle centinaia di migliaia, perchè gli strumenti di indagine vanno a considerare anche le fonti didascaliche (Wikipedia e simili) in cui è presente quella parola. Per questo motivo, per andare a filtrare in modo più accurato le ricerche, si parla di coppie di parole, come “cibo gatti” (o anche “cibo per gatti”: una pagina che contiene queste 3 parole va a incrociare anche chi usa “cibo gatti”).

Immagina di gestire un sito di e-commerce, magari di recente creazione, che vende abbigliamento. Non è certo semplice posizionarsi in prima pagina per keyword come “magliette” o “jeans”! I tuoi competitor saranno Zalando, Benetton ed altri marchi che probabilmente non riuscirai mai a superare utilizzando chiavi “singole”. Ecco perché la ricerca di parole chiave deve spostarsi verso coppie di parole ad alto volume ma bassa competizione.

2. Difficulty

Durante la tua analisi quelle parole che ogni mese generano migliaia di ricerche, quindi ad alta frequenza, sono anche quelle con la competizione più alta. Per questo motivo il parametro della Difficulty (che gli strumenti per la SEO possono indicare in modo diverso) rientra a tutti gli effetti tra quelli da considerare in parallelo al Volume. 

Ti basterà fare un confronto su Google: se ci sono molti annunci sponsorizzati con la keyword di tuo interesse con ogni probabilità si tratta di una keyword ad alto valore e avrà dunque una competizione molto alta.

Alcuni strumenti fanno addirittura una distinzione tra difficulty organica e a pagamento: in pratica puoi vedere qual è la difficoltà di posizionamento sui motori di ricerca se vuoi investire in campagne oppure semplicemente se vuoi usare le keywords sulle tue pagine e posizionarti in modo, appunto, organico.

3. CPC

Un terzo dato che può risultare molto importante nell’analisi utenti da ricerche online è il CPC, ovvero il costo per clic. Questa informazione viene rilasciata dagli strumenti per la SEO per dare una panoramica di quanto i competitor stanno pagando per determinate keywords nei loro annunci a pagamento. 

Se una parola chiave ha un CPC basso è sintomatico di una competizione non molto agguerrita che non ha fatto alzare il prezzo dei clic sulle campagne e viceversa. Incrociato al dato di Volume e Difficulty il CPC è importante considerarlo sia che tu voglia investire nelle Ads oppure che tu voglia usare le parole chiave a livello organico. 

Se in tanti stanno investendo in una parola chiave che diventa costosa, ci saranno tante inserzioni nella prima pagina che fanno quindi “scalare” in posizioni più in basso i risultati organici. Consideralo nella tua analisi.

L’importanza della coda lunga.

Oggi oltre alle coppie di parole da indagare su cui investire bisogna considerare anche le parole chiave a coda lunga. Si tratta di keyword composte generalmente da 3 o più parole e rappresentano oltre il 70% delle ricerche effettuate dagli utenti. Nonostante i volumi di ricerca generalmente più bassi, i vantaggi dell’ottimizzare il proprio sito e campagne utilizzando code lunghe è duplice.

  1. Maggiore specificità: l’utente che cerca “cibo gatti” non ha ancora deciso quale tipo di alimentazione vuole acquistare (sempre che la sua ricerca abbia come intento l’acquisto). La query "cibo per gatti sterilizzati", invece, denota un intento piuttosto definito: l’utente è alla ricerca di un prodotto specifico ed è potenzialmente a pochissimi clic di distanza dall’acquisto.
  2. Minore competizione: è ovvio che, per chiavi ad alta frequenza, Google tenderà a privilegiare i siti più autorevoli. L’uso di code lunghe invece è ideale per quei siti che non possono permettersi di competere con i giganti del proprio settore e che quindi trarrebbero maggiori benefici dall’uso di chiavi più specifiche.

Tieni conto inoltre che la coda lunga sta subendo un’impennata incredibile dall'introduzione delle ricerche vocali tramite dispositivo mobile e di home research come Alexa & simili. Sono destinate ad avere sempre più ricerche proprio perchè sta cambiando il modo di cercare informazioni sui motori di ricerca ed è un trend che si sta registrando da qualche anno.


Strumenti online per la keyword research.

Ci sono diversi strumenti che puoi utilizzare per indagare le ricerche degli utenti. I parametri illustrati in precedenza si trovano solitamente su questi strumenti, ma chiaramente per avere dati più specifici e aggiornati i tool a pagamento offrono informazioni più accurate. 

Il funzionamento è simile per tutti: una volta digitata una o più parole ti viene restituito un risultato che va a darti una panoramica di cosa è accaduto nell’ultimo mese sui motori di ricerca.

1. Strumenti gratuiti

Tra gli strumenti gratuiti più usati Google Trends è sicuramente quello più conosciuto. Al link https://trends.google.it/trends si trova questo strumento molto interessante che funge da prima finestra sul mondo di Google. Digitando la parola chiave, puoi vedere dati su:

  • interesse nel tempo (l'interesse di ricerca rispetto al punto più alto del grafico in relazione alla regione e al periodo indicati. Il valore 100 indica la maggiore frequenza di ricerca del termine, 50 indica la metà delle ricerche. Un punteggio pari a 0, invece, indica che non sono stati rilevati dati sufficienti per il termine).
  • interesse per regione (le località in cui il tuo termine ha registrato il maggiore numero di ricerche durante il periodo di tempo specificato. I valori sono calcolati su una scala da 0 a 100, dove 100 indica la località con la maggiore frequenza di ricerca in proporzione al totale delle ricerche in tale località e il valore 0, invece, indica una località per cui non sono stati rilevati dati sufficienti).
  • argomenti correlati (indica altri argomenti che gli utenti hanno cercato insieme al termine da te inserito).
  • query associate (indica le query associate alla ricerca della keywords su cui stai indagando).

Inoltre, una volta inserita la keyword, puoi filtrarla per paese, periodo, categoria e ricerca Google. 

Essendo uno strumento gratuito, però, i dati non vanno molto a fondo e non ti offrono indicazioni su competizione o CPC, ma solo una panoramica iniziale dei volumi delle keywords. Diciamo che a partire da Google Trends potresti passare alle versioni gratuite dei tool a pagamento per avere delle prime conferme o smentite.

2. Strumenti a pagamento

Tendenzialmente tutti gli strumenti a pagamento hanno un primo periodo iniziale gratuito che puoi sfruttare per capire se fanno al caso tuo. Qui te ne indichiamo 2:

Ubersuggest.

Nella versione gratuita, Ubersuggest ti consente di fare ben 10 ricerche giornaliere senza pagare abbonamenti e puoi considerarlo uno strumento utile per passare da Google Trends ad un tool più specifico. Ti offre infatti informazioni più precise su Difficoltà a pagamento e organica ma anche CPC. 

Nella versione a pagamento però si apre un mondo di possibilità, dalla possibilità di avere un’analisi periodica di uno o più siti web con consigli di intervento (in Progetti) con un audit SEO per il tuo sito a un report competitor che indaga cosa fanno gli altri. I costi sono abbastanza bassi e puoi scegliere tra piano mensile o annuale.

SEOZoom.

Anche SEOZoom è un valido strumento di analisi, più complicato da usare rispetto a Ubersuggest ma semplicemente perchè ci sono molte più funzionalità comprese nel piano a pagamento. Puoi indagare parole, contenuti, competitor, SEO spider, time machine e avere panoramiche per qualsiasi cosa, dai calendari editoriali per i blog al Link Building, dalle classifiche dei siti web alla SEOZoomBar.

Insomma, uno strumento più complesso ideale per chi vuole fare il salto di qualità e ha risorse (economiche e umane) tali da poterlo sfruttare appieno per la propria strategia di analisi utenti

Conclusioni.

Trovare le keyword giuste da utilizzare sul proprio sito web può fare la differenza tra un sito di successo e uno che non riuscirà mai a generare traffico utile. Ecco perché l’analisi delle parole chiave è una delle attività SEO più importanti e spesso anche una delle più sottovalutate. In fase di business plan non dovrebbe mai mancare l’analisi utenti da ricerche online!